La trama e la recensione di The Giver. Il mondo di Jonas, uscito nelle sale l’11 settembre
E, se l’umanità perdesse la memoria collettiva e con essa le emozioni e tutte quelle caratteristiche fisiche che le innescano, come la capacità per esempio di percepire i colori, cosa accadrebbe? Come vivrebbe una società senza emozioni, senza individualità, senza talenti, e quindi senza la danza, senza la musica, senza la pittura, senza i libri, senza quel sapere che ci rende unici, saggi e creativi? L’uomo non sarebbe più volubile, irascibile, invidioso, arrabbiato con se stesso e con gli altri tanto da commettere le più ignobili azioni, come gli omicidi e i genocidi perpetuati attraverso guerre sanguinarie e crudeli? La scrittrice Lois Lowry ha immaginato una simile comunità e l’ha descritta in “The Giver. Il donatore” (edito in Italia da Giunti), un romanzo di formazione per gli adolescenti che s’inserisce nel nuovo filone della YA Generation (“Twilight”, “Hunger Games”, “Divergent”) e da cui è stato tratto il film “The Giver. Il Mondo di Jonas”, nelle sale dall’11 settembre e diretto dal regista australiano Phillip Noyce.
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