Soho, Carnaby Street, King’s Road, la tribù beatnik che sostava davanti al Royal Court Theatre, dove John Osborne con il suo “Look back in anger” aveva inaugurato nel 1956 un nuovo genere di teatro. E Richard Lester, Tony Richardson, Mary Quant, Biba, i Beatles e i Rolling Stones: Jean Shrimpton è tutto questo. Fu Time a definire Londra the swinging city nel numero del 15 aprile 1966. Swinging London divenne uno slogan, un brand, e Jean Shrimpton, gambe vertiginose e sottili, ovale perfetto, occhi grandi color lavanda, sopracciglia disegnate ad arco, aria arrogante e scanzonata, ne sintetizzò lo spirito, rivoluzionaria inconsapevole. "Non ho nulla della bellezza classica. Ma neanche di quella veramente beatnik. Però più beatnik che classica", diceva. Soprannominata The Shrimp, cresciuta in una fattoria del Buckinghamshire, diplomata alla scuola per modelle di Lucie Clayton, la sua immagine è divenuta simbolica, riassumendo quell’atmosfera con un misto di freschezza e malizia, sensualità e innocenza.
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