Christopher Nolan si imbattè nel genio di Stanley Kubrick a sette anni. «Mio padre mi portò a Leicester Square a vedere 2001: Odissea nello spazio. Non ricordo nulla di quel giorno, né di quel che mi disse papà. Ma sento ancora l’emozione del ragazzino che scopre la potenza del cinema.
Certe immagini grandiose del viaggio finale, la scena in cui il computer Hal legge le labbra degli astronauti, mi sono rimaste dentro. Ecco, da regista mi piacerebbe restituire al pubblico quella stessa eccitazione, il senso di magia, di grandezza che solo il grande schermo può regalare».
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